Mirabilmente protetta dai venti occidentali in fondo al Golfo di Valinco, la bella Propriano accoglie ogni anno migliaia di turisti provenienti dal continente.
La strada che vi conduce è ampia e profuma di macchia mediterranea. Prima di arrivare in paese, questa strada attraversa diversi languidi paesini che testimoniano uno stile di vita ancestrale e quasi immutabile.
Punteggiato dal passaggio dei commercianti ambulanti, dalla mungitura delle pecore e dall'ora del pastis...
Ex porto peschereccio divenuto una località balneare alla moda, Propriano rimane una città a misura d'uomo. Appena arrivato, il visitatore avrà forse l'impressione di conoscere già il piccolo paese.
Errore! Pensiamo di saperlo e tuttavia scalfiamo solo la superficie. Perché non è sulle bellissime spiagge di Baraci o Pujara che riusciremo a scoprire l'autenticità degli abitanti e l'anima corsa più profonda.
Riusciremo a malapena a toccarlo, forse, lasciandoci impregnare dagli straordinari giochi di colori che sembrano giocare sulle acque lattiginose della baia.
Oppure lasciandosi inebriare dai profumi della macchia mediterranea che scendono dalle colline limitrofe e che si mescolano con rara armonia ai profumi del mare.
L'ideale è comunque allontanarsi dagli stabilimenti turistici che si trovano per lo più nel centro cittadino o sulle banchine del porto turistico.
Ad affondare, secondo il caso e gli incontri, nei vicoli che, dietro la scintillante facciata della fortunata località balneare, conservano ancora oggi uno stile di vita tipicamente isolano.
Fondamentalmente corso. Ruvido e talvolta vivace, ovviamente. Ma fondamentalmente ospitale e accogliente purché il visitatore dimostri di saper apprezzare e rispettare le specificità e le personalità locali...
Didascalie delle illustrazioni
1: Dietro la scintillante facciata di una località balneare alla moda si nasconde ancora un'anima tipicamente corsa
2: Nonostante il turismo in crescita, la pesca rimane un'attività tradizionale a Propriano
3: Ai margini delle banchine, barche da diporto e motoscafi stanno sostituendo sempre più i pescherecci
Testo: Philippe CHAVANNE – Foto: Alice DELVAILLE